Il primo esteta in letteratura: Controcorrente, di J. K. Huysmans

Tartarughe di diamanti e clisteri nutritivi: ecco l'esteta per eccellenza; il suo nome è Jean Des Esseintes, protagonista del romanzo di J.K. Huysmans, Controcorrente.


Forse non celebre quanto Dorian Gray, forse non conosciuto in Italia quanto Andrea Sperelli, Des Esseintes è tuttavia il primo esteta a comparire in un'opera letteraria. Controcorrente uscì in Francia nel 1884 e subito destò scalpore per l'originalità della narrazione. Un solo personaggio, un solo ambiente; nessun dialogo e soprattutto nessun intreccio. La trama è scarna ed è solo il pretesto per poter esprimere l'essenza del protagonista, la natura dell'esteta.

Disgustato e annoiato dalla società parigina di fine '800, Des Esseintes, nobile di nascita, decide di ritirarsi in una casa in campagna. Qui cerca di alienarsi in un ambiente esclusivamente artificiale, poiché ritiene che la bellezza derivi da ciò che imita la natura, come l'arte, ma non dalla natura stessa. Dunque le finestre sono sbarrate e le luci artificiali; in salotto c'è un sofisticato acquario, dove i pesci sono meccanici.

Quando desidera la compagnia di un animale decide per una tartaruga, ma essendo insoddisfatto di un così banale carapace, lo fa incastonare con delle pietre preziose. È significativo che il rettile, noto per la sua naturale longevità, muoia improvvisamente dopo pochi giorni, come se non fosse riuscito a sopportare il lusso affibbiatogli. Della creatura non rimane altro che un guscio vuoto, meraviglioso fuori, ma con una carcassa all'interno. Che sia una metafora dell'esteta stesso?

In effetti, di lì a poco anche Des Essenteis soccomberà alla sua fantasia: inizia a vedere cose che non ci sono, a sentire suoni inesistenti, come se l'immaginazione in cui si era rifugiato lo stesse inghiottendo. Questa crisi di nervi lo debilita tanto da renderlo incapace di muoversi e di mangiare. È qui che entra in scena il clistere nutritivo, la somma massima dell'artificiosità a cui l'esteta giunge. Nonostante tutto, a Des Esseintes piace questo nuovo modo di nutrirsi: è entusiasta di non dover più supplire al banale nutrimento per via ordinaria. Ora si può comprendere appieno il titolo dell'opera, in francese À rebours, letteralmente “a ritroso”.

[Spoiler]
Des Esseintes ha raggiunto ciò che desiderava: la sua vita si è distinta da quella di tutti gli altri, si è elevata oltre la natura stessa. Lui è l'uomo controcorrente. Ma nonostante questo, per guarire dallo stato catatonico nel quale versa viene costretto a tornare in società; come a voler dire che la realtà, per quanto rinnegata, alla fine si riprende ciò che le appartiene.

Commenti